L’identità digitale Europea - la più grave minaccia alla democrazia liberale da dopoguerra.
Cosa stanno preparando per compiere il definitivo assalto alla nostra democrazia.
Nei giorni scorsi si è parlato molto di Identità Digitale Europa, anche in relazione alle dichiarazioni di Vittorio Colao:
Da più parti si è mossa la critica a questa tecnologia, ma esattamente perché e come l’identità digitale europea rappresenta o meno una minaccia?
Partiamo intanto dal comprendere come nasce e cosa è l’EID (European Digital Identity) e quali problemi si prefigge di risolvere.
Sul sito della Unione Europea, troverete tutti i vantaggi e le grandi prospettive della nuova identità digitale.
Ufficialmente l’Unione Europea propone una identità comune per risolvere i problemi di riconoscimento “cross border” e per controllare meglio i dati scambiati con i provider di servizi.
Uno strumento di libertà, quindi, che consentirà ai cittadini dei paesi di avere un mezzo che gli consenta di accedere ai servizi sul territorio territorio europeo solo con il proprio smartphone (vedremo tecnicamente come).
D’altro canto immagino che sentiate anche voi la cogente urgenza di veder riconosciuto il vostro titolo di laurea in maniera automatica in Finlandia (non sia mai doveste fare un concorso a Tampere e non vi va di portare con voi gli originali) o mostrare il vostro stato di vaccinazione per entrare in un bar di Lisbona.
Ma da dove nasce questa idea?
Ho trovato un antenato molto somigliante della identità digitale europea in un blue print del World Economic Forum
https://www3.weforum.org/docs/WEF_A_Blueprint_for_Digital_Identity.pdf
Durante la pandemia lo stesso WEF ha più di una volta proposto l’adozione di una identità digitale con valore legale e di fatto ne è uno dei promotori principali per peso ed autorevolezza presso i governi https://www.weforum.org/agenda/2020/11/legal-identity-id-app-aid-tech.
L’Onu ha inserito una identità a valore legale erogata alla nascita tra gli obiettivi del 2030.
https://sdgs.un.org/goals
In Italia questa identità sostituirebbe quelle che oggi sono le identità digitali a valore legale riconosciute e che sono:
SPID - gestita da diversi Identity Provider Privati accreditati presso AGID (https://www.agid.gov.it/it/piattaforme/spid/identity-provider-accreditati)
CIE - https://www.cartaidentita.interno.gov.it/cittadini/entra-con-cie/ gestita dal Ministero dell’Interno tramite il supporto del Poligrafico e Zecca dello Stato.
Queste identità, che si ottengono attraverso un riconoscimento forte, quindi con la verifica della corrispondenza dei documenti di identità rispetto al profilo, servono ad accedere ai servizi on line della pubblica amministrazione e quindi eseguire login sulle piattaforma di INPS, ma anche Agenzia delle Entrate, così come sull’app Io.italia.it.
Solo per quando riguarda SPID sono state erogate oltre 30 milioni di identità.
Cosa proporrà di diverso la nuova identità digitale europea?
Innanzitutto si baserà su un concetto di wallet (ovviamente il nome non è casuale, giacché come vedremo, serve a creare una infrastruttura utile al futuro Euro digitale) e consentirà di:
archiviare e scambiare informazioni fornite dai governi, ad es. nome, cognome, data di nascita, nazionalità
archiviare e scambiare le informazioni fornite da fonti private affidabili
utilizzare queste informazioni in maniera consistente sia on line che off line su tutto il territorio
Ok, ma esattamente come avverrà tutto questo?
Il meccanismo tecnico è quello della creazione di un contenitore di informazioni all’interno del vostro smartphone.
Questo wallet sarà abilitato a ricevere degli attributi verificati (verifiable credentials) emessi dai soggetti pubblici (o privati) titolari di quella informazione: quindi avrete un attributo relativo alla vostra patente, uno relativo al vostro titolo di studio, uno relativo al vostro stato di vaccinazione, uno relativo alla vostra tessera elettorale (si proprio quella) etc.
Come si popolerà il vostro wallet con questi attributi?
Probabilmente basterà andare on line sul sito dei vari enti ed abilitare il trasferimento degli attributi sul proprio wallet. Quindi andrete sul sito della Motorizzazione Civile ed avrete la vostra patente salvata sul vostro wallet.
Nessuna plastica, nessuna carta.
Completa smaterializzazione.
Una volta salvati, poi, potranno essere utilizzati sia off line che on line.
Immaginiamo un caso off line:
Ad un posto di blocco non mostreremo più la nostra vecchia patente in formato fisico ma apriremo il nostro smartphone e l’app wallet, sceglieremo l’attributo “patente di guida” e quindi mostreremo il relativo QRCode all’agente di polizia, dotato egli stesso di opportuna app di verifica sul suo smartphone di servizio.
Analogamente potremmo passare un tornello semplicemente mostrando un QRCode.
Insomma una generalizzazione del modello greenpass, ma con un livello di standardizzazione e pervasività molto più ampio.
Analogamente una login online avverrà attraverso l’interazione tra il sito web e il proprio wallet, in maniera non troppo dissimile da quanto avviene per la login su un sito bancario tramite QRCode.
Nella progettazione l’Unione Europea garantisce massima attenzione al valore della privacy e della security dello strumento, e quindi possiamo già assumere che lo scambio di informazione tra le sorgenti e singoli wallet avverrà secondo standard alti di sicurezza e crittografia, usando ad esempio un canale con una encryption end to end.
Ma cosa è in definitiva un attributo?
Possiamo estendere la definizione di attributo a quella di “informazione certificata”, ed in questo senso anche il fatto che il signor Mario Rossi ha a disposizione la somma X per pagare il bene Y lo è.
In altri termini, su queste basi, il pagamento o il trasferimento di fondi non è altro che la verifica di un attributo che contiene il valore dell’importo da pagare e la fonte (che appunto è il possessore di quella identità).
Voià, ecco a voi l’euro digitale: pagare sarà mostrare un QRCode che contiene informazioni sulla somma da pagare e sarà di fatto identico a farsi controllare la patente o mostrare lo stato vaccinale.
Tutto bene, no?
In fondo abbiamo illustrato una grande infrastruttura che consentirà ai cittadini europei di circolare ed esercitare i propri diritti in maniera libera e semplice.
No, direi di no.
Quello che abbiamo descritto non è una tecnologia che semplifica la vita ai cittadini, ma una infrastruttura che consente allo stato di generalizzare il concetto di “lasciapassare” andando a coprire, in maniera invasiva, ogni aspetto della vita fisica e digitale dei cittadini.
Proviamo con un esempio: la fruizione di un trasporto pubblico potrebbe essere abilitata a condizione che il soggetto non abbia una posizione debitoria con il proprio comune.
La fruizione di un asilo nido sarà subordinata alla vaccinazione ed alla compliance fiscale.
Ma le autorità potrebbero ad esempio pensare di limitare la mobilità tra regioni per motivi diversi ed indipendenti dalla singola posizione dei cittadini.
Un comune potrà chiudere gli accessi agli anziani al centro dalle 12 alle 14 per problemi di sicurezza dovute alle ondate “caldo”. O ai bambini, nei parchi pubblici, per motivi analoghi.
Lo Stato centrale potrà impedire ai residenti di abbandonare la propria regione, magari per motivi medici o sanitari.
Ma come avverrà questo in concreto?
Avremo un mondo pieno di app di verifica come quella per il greenpass e tornelli distribuiti sul territorio.
Queste app aggiorneranno in tempo reale i loro algoritmi di abilitazione al “VERDE” attraverso un colloquio con un server centrale che distribuirà le regole aggiornate, che potranno essere locali, regionali o nazionali.
Le regole verrà digerite e distribuite e trasformate in un valore binario appunto: rosso e verde.
La distribuzione di queste regole avverrà in tempo reale e quindi con velocità presumibilmente maggiore rispetto alla propagazione della notizia tra i cittadini.
Immaginiamo un cittadino, Joseph ad esempio, che ha passato gli ultimi giorni con i suoi nipoti.
Il 22 Luglio del 2024 si potrebbe svegliare la mattina e vedersi sbarrata la via d'ingresso al suo solito supermercato, dal solito tornello che solcava con successo ogni giorno.
Il tornello, in ossequio alle rigide regole di privacy imposte dal modello, non è certo in grado di mostrare una motivazione di quel rosso, né qualcuno al supermercato potrebbe dire perché Greta viene lasciata passare e Joseph no.
D’altro canto le regole cambiano spesso, e sono personalizzate.
Ma sicuramente Joseph avrà fatto qualcosa di male affinché lo Stato gli neghi il pane. Ma cosa esattamente, Joseph non ha modo di saperlo.
Ma d’altro canto, in qualche dimensione, per una combinazione di regole, tutti hanno un rosso.
Qualcuno ha paragonato questo sistema ad un sistema di crediti sociali ma un “greenpass” esteso sia alla realtà fisica che digitale è molto più invasivo.
Un sistema del genere non attribuisce uno score ai cittadini (anche se potrebbe essere usato anche a questo scopo) ma pone la semplice l’intera vita sociale ed economica del cittadini impossible senza la stressa aderenza alle regole, la cui combinazione potrebbe non essere nemmeno deterministica.
D’altronde una presenza di un set di regole articolate, contraddittorie, tutte fortemente limitative della libertà individuale, non sarebbe certo una novità dopo l’esperienza della pandemia.
Un sistema che svuota i diritti naturali e li trasforma in concessioni senza cambiare l’architettura di regole della nostra società, senza abolire formalmente la nostra costituzione.
La vita dei cittadini è uno slalom tra verdi e rossi, in un continuo stato di soggezione al Leviatano.
E cosa ne sarà dei propri beni e della propria libertà finanziaria?
Il nostro Joseph ne ha qualche esperienza: il suo wallet contiene anche gli strumenti per pagare, poiché il nuovo DIGITEURO, che è la nuova Central Bank Digital Currency, è pienamente compatibile con il suo wallet.
Molto comodo poter pagare con il wallet, eppure c’è qualcosa che non torna.
Ma quelli sono ancora i suoi soldi? O sono buoni spesa autorizzati dallo Stato?
Pensieri interessanti, se non fosse che come priorità ora ha da capire come mai con questo caldo di Luglio non riesce a comprare nemmeno una bibita.
[Se questa storia vi sembra lontana e distopica, evidentemente non avete dovuto mai mostrare un attributo attestante una somministrazione medica per avere il diritto ad un caffè].